Il ministro dell’Economia, Padoan chiede una consulenza, chiamando in causa due grandi istituzioni internazionali.
Istituzioni di tutto rispetto che rispondono ai nomi di Fondo monetario internazionale (Fmi) e Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). Il motivo? Padoan ha deciso di affidare loro l’incarico di individuare, tra le varie esperienze internazionali, buone pratiche che potrebbero essere adottate anche dalla nostra amministrazione finanziaria in materia fiscale. Una consulenza non da poco, insomma.
Ad annunciare la ‘convocazione’ è un comunicato stampa del 14 ottobre 2015.
Il ministro dell’Economia e delle Finanze, ad avvenuta attuazione della legge delega con l’emanazione tra il 2014 ed il 2015 di 11 decreti legislativi, intende proseguire un cammino che porti alla massima operatività dei principi ispiratori della delega fiscale: un nuovo rapporto tra contribuente e amministrazione “basato sulla fiducia e la collaborazione, orientato a incrementare il livello di adempimento spontaneo e a prevenire il contenzioso”.
Fmi ed Ocse dovranno comparare gli istituti di compliance tra fisco e contribuente adottati dalle autorità fiscali internazionali e valutare la loro idoneità ad apportare miglioramenti nel nostro paese. Saranno coinvolti anche le agenzie delle Entrate e delle Dogane, la Guardia di Finanza, Equitalia, Sogei.
L’Fmi ha già iniziato i lavori il 14 ottobre, mentre l’OCSE inizierà ad operare tra qualche settimana: è prevista anche la partecipazione di esperti internazionali in materia di amministrazione fiscale.
Il Mef ricorda che indagini simili sono state richieste al FMI anche nel 1999, quando furono istituite le agenzie fiscali; oggi l’intento è di riuscire a contrastare nel migliore dei modi l’evasione, operando sulla prevenzione dei comportamenti illeciti e sulla promozione degli adempimenti spontanei.