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Inps: precisate le istruzioni per le prestazioni in agricoltura

 A partire dalla giornata di oggi i contribuenti che svolgono un’attività agricola avranno senza dubbio le idee più chiare, almeno per quel che riguarda l’ambito previdenziale: in effetti, in base a quanto disposto dal messaggio 13212 dell’Inps, deve essere assegnata una disoccupazione di tipo totale a tutti coloro che hanno svolto un lavoro accessorio che non supera il limite dei 3.000 euro. In pratica, sono state delineate con chiarezza le principali disposizioni relative proprio ai disoccupati del settore agricolo e, nello specifico, alle prestazioni che vengono portate a compimento dai soggetti iscritti all’Istituto. Il compenso dunque deve ammontare a 3.000 euro netti e si deve trattare anche di lavoro di tipo occasionale; nell’ipotesi in cui, invece, il limite venga sforato, allora si provvede alla riduzione progressiva dei giorni che devono essere sottoposti a indennizzo.

 

Un caso particolare è rappresentato poi da quei cittadini che provengono da uno dei paesi extracomunitari e non convenzionati in questo senso: in tal caso, l’ingresso nel nostro paese con un permesso di soggiorno che dà loro la possibilità di effettuare un lavoro stagionale non comporta come conseguenza immediata l’assicurazione per la disoccupazione di tipo involontario e, in aggiunta, nemmeno la ricezione dell’assegno per il nucleo familiare. Se il permesso consente invece di svolgere un lavoro subordinato, gli stranieri possono essere assimilati alla condizione dei cittadini italiani.

 

Chi pone in essere una prestazione integrativa che sostiene il reddito principale deve aver accumulato i 3.000 euro netti nell’arco dell’anno solare di riferimento; l’indennità di disoccupazione agricola viene computata in questo modo quindi e non può subire per nessun motivo le detrazioni da parte del fisco. Qualsiasi somma in eccesso andrà rapportata al salario medio percepito ogni giorno, vale a dire quello che viene usato per calcolare la prestazione: solamente così potranno essere decurtati gli indennizzi, come ha ampiamente spiegato una nota del Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro.

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