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Rinuncia all’eredità: gli aspetti fiscali da ricordare

 La rinuncia all’eredità è una fattispecie che dal punto di vista fiscale merita più di un approfondimento: anzitutto, bisogna capire cosa occorre fare per perfezionare il tutto. Ad esempio, è necessario avvalersi del codice fiscale del soggetto defunto? Inoltre, dettaglio non certo insignificante per i contribuenti, quali sono i costi che bisogna sostenere in questo caso? La rinuncia all’eredità viene posta in essere mediante un apposito atto pubblico.

Questo vuol dire che è necessario recarsi direttamente da un notaio, altrimenti si può sempre fare affidamento all’atto che è stato ricevuto da un cancelliere del Tribunale competente per il territorio; tale tribunale non è altro che quello che sorge nel luogo in cui il defunto in questione aveva il proprio domicilio alla data della morte. Una delle principali tasse collegate all’eredità, inoltre, è quella relativa alla successione dei beni immobili (tassa successione immobili, come calcolarla). Il classico mese previsto per le scadenze fiscali “ereditarie” è gennaio, quando viene fissato dall’Agenzia delle Entrate il versamento delle imposte. L’istanza per la rinuncia deve contenere necessariamente il codice fiscale del defunto, ma anche quello della persona rinunciante.

I termini da rispettare, poi, sono presto detti: nello specifico, l’istanza va presentata a tre mesi dal decesso, nel caso in cui si è in possesso di beni ereditari (come previsto dall’articolo 458 del codice civile), altrimenti dieci anni se non si gode di tale possesso, vale a dire fino alla prescrizione del diritto. Tra l’altro, la rinuncia va perfezionata prima della presentazione della denuncia di successione, o comunque in un momento anteriore rispetto alla divisione dell’eredità, il tutto per motivi di opportunismo. Riguardo infine al capitolo dei costi, il mancato ricorso al notaio presuppone il pagamento di 168 euro tramite il modello F23, in modo che si registri l’operazione, oltre a una marca da bollo da 14,62 euro che deve essere apposta.

3 commenti su “Rinuncia all’eredità: gli aspetti fiscali da ricordare”

  1. Buongiorno,
    qualora un famigliare venga mancare e io accetti l’eredità con beneficio d’inventario perché non sono sicura della sua consistenza cosa comporta questo?C’è qualcosa in particolare che devo fare?
    Grazie mille.

    • Buongiorno,
      nel suo caso l’accettazione beneficiata è facoltativa: con il beneficio dell’inventario, in pratica, si conservano diritti e obblighi nei confronti dell’eredità, ma non si è tenuti al pagamento dei debiti ereditari. Anche in questa situazione è necessario un atto pubblico, con una dichiarazione che il notaio o il cancelliere del tribunale deve ricevere. Entro un mese dall’inserimento nel registro delle successioni, poi, la dichiarazione va trascritta presso il registro immobiliare. I casi possibili sono sostanzialmente tre, ovvero il possesso dei beni ereditari, il non possesso degli stessi e l’accettazione con il beneficio di inventario fino a quando il diritto di accettare non si è prescritto.
      Cordiali saluti

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