Rischio default Sicilia. Una Bufala?

Il rischio di default della regione Sicilia è solo una bufala? Questa è la prima domanda che al popolo di internet è venuta in mente, subito dopo l’uscita dello scandalo. In tempi come i nostri, con l’informazione ad alti livelli sempre meno credibile (visto che i telegiornali trattano al 70% le condizioni meteorologiche attuali) è lecito essere scettici ed indagare a fondo per scoprire la verità.

I più intraprendenti sanno che “navigando” nella direzione giusta si possono raggiungere dati interessanti su internet. Grazie a queste persone ora sappiamo una verità in più su una delle notizie che ha sconvolto gli Italiani; il rischio default della Sicilia, dovuta ad una gestione a dir poco scandalosa delle risorse monetarie disponibili, potrebbe essere un allarme-bufala.

Chiariamo subito; i conti pubblici della regione sono disastrati, e questo è un dato di fatto. Ma se rapportiamo i conti della Sicilia con quelli delle altre regioni Italiane scopriamo che ci sono situazioni ben peggiori che non sono state prese in considerazione. Secondo i dati che girano su internet ed in particolare su Facebook, il debito per abitante della Sicilia è pari a 1628,55 per abitante. Quello della regione Lazio invece è circa 3620, mentre quello del Piemonte è 3107. Grazie a questo quadretto che circola (con i dati aggiornati al 06/07/2012 direttamente dal Dipartimento del Tesoro) si è già dimenticato il rischio default in Sicilia e l’opinione pubblica è tornata ad occuparsi della cattiva informazione, sempre più diffusa nel Bel Paese.

La regione, anche se ha visto le dimissioni di Lombardo (con decorrenza al 31 luglio), non ha problemi particolari o meglio ha gli stessi della altre regioni e la mossa delle dimissioni potrebbe essere dovuta a problemi politici diversi, che prevedevano l’uscita di Lombardo dalle scene.

Intanto il carosello continua e sono previsti incontri con il Presidente del Consiglio e con il Presidente della Repubblica Napolitano. Difficile però ipotizzare cosa emergerà, visti i dati contrastanti appena emersi sui conti delle regioni Italiane.