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I sindacati chiedono meno tasse per lavoratori e pensionati

 Portare qualche soldo in più nelle tasche dei lavoratori è una proposta che potrebbe diventare realta? Cgil, Cisl e Uil, per questo Primo Maggio, Festa dei lavoratori, a 150 anni dall’unità nazionale  viene ripreso il valore storico che il mondo del lavoro, come sancisce l’articolo 1 della Costituzione italiana, libero e democratico. I tre segretari generali provinciali Luigi Bresciani per la Cgil, Ferdinando Piccinini della Cisl e Marco Cicerone della Uil, insieme, dalla piazza del Primo Maggio a Bergamo faranno partire, ancora una volta, le richieste e le proposte unitarie che Cgil, Cisl e Uil avanzano da mesi al Governo e alla classe politica e dirigente anche locale: la riduzione delle tasse sui redditi dei lavoratori e da pensione, spostando il carico più sulle rendite e i patrimoni.

Si chiede anche una maggiore lotta all’evasione fiscale, perchè purtroppo il peso di coloro che non pagano si trasferisce su dipendenti e pensionati. A questo proposito ricordiamo che nella lotta all’evasione fiscale entreranno anche le Province. L’arruolamento dell’ente locale finora escluso dalla lotta all’evasione sarà deciso con il Dlgs su «premi e sanzioni», l’ottavo provvedimento attuativo della riforma su cui si è appena riaccesa la discussione in Conferenza Stato-città. I sindacati chiedevano da lungo tempo che il recupero delle risorse attraverso una più efficace lotta all’evasione fiscale e all’illegalità anche attraverso un ruolo più attivo degli enti locali.

Il fiscal drag – aumento del prelievo fiscale – è un nemico invisibile che nel corso degli anni ha spesso minato alla radice i benefici derivanti dalle riforme fiscali, specie per i redditi medio bassi – ha commentato il segretario confederale Cisl, Maurizio Petriccioli. – In una situazione in cui i prezzi riprendono pericolosamente a salire l’effetto del drenaggio fiscale si fa più consistente, proprio a causa della progressività dell’imposta e degli scaglioni di reddito. Con una dinamica dell’inflazione come quella attuale, ad esempio, per un lavoratore dipendente o un pensionato con reddito compreso fra i 15.000 e i 20.000 euro il drenaggio fiscale può comportare un aggravio d’imposta che può arrivare anche a 150 euro all’anno.

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