Il partito propone un aumento dell’imposta di fabbricazione su birra, alcolici intermedi, e alcol etilico per garantire la continuita’ contributiva dei Co.co.co. Lo prevede un emendamento presentato da un gruppo di deputati del Pd, tra i quali Damiano, Boccuzzi, Bobba, Santagata e Madia, e che è attualmente all’esame della commissione lavoro di Montecitorio. Con la norma si intendono aumentare le aliquote a partireal fine di assicurare un maggior gettito complessivo pari a 110 milioni di euro annui.
Obiettivo della misura é quindi quello di garantire le prestazioni previdenziali dei Co.co.co. e dei lavoratori a progetto anche quando il datore di lavoro o committente non ha versato regolarmente i contributi. Infatti se il datore di lavoro non adempie agli obblighi legali e non paga i contributi, non risulta nessun pregiudizio per il salariato, poichè i redditi da lavoro conseguiti da un dipendente dai quali il datore di lavoro ha dedotto i contributi legali vengono iscritti sul conto individuale anche se il datore di lavoro non ha versato i contributi alla cassa di compensazione.
In pratica con questa manovra si cerca di aumentare la sicurezza sulla continuita’ della copertura previdenziale ai Co.co.co. con l’obiettivo di garantire ad una categoria di lavoratori precari una maggiore sicurezza pensionistica accollando alla collettivita’ eventuali periodi di contribuzione scoperti e non altrimenti recuperabili.
I risvolti potrebbero anche essere altri: non sono pochi gli studi testimoniano la relazione tra aumento dell’imposizione fiscale sulle bevande alcoliche e riduzione delle vendite e dei consumi di alcol. La tassazione è spesso una strategia usata dalla sanità per ridurre il consumo di alcol. In una delle ultime indagini, condotta presso il Dipartimento di epidemiologia e di ricerca per le politiche sanitarie dell’università della California e pubblicata su Addiction, i ricercatori hanno calcolato la correlazione parziale tra il costo dell’alcol e la vendita o il consumo di bevande alcoliche.