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Il governo giapponese avvia una consultazione sull’Iva

 L’economia del Giappone ha bisogno di impulsi e sostegni efficaci in questo momento: il risanamento del debito pubblico è una delle priorità fondamentali del nuovo premier Naoto Kan, il quale, tra l’altro, ricopriva il ruolo di ministro dell’Economia durante l’esecutivo Hatoyama (suo predecessore). L’intenzione, dunque, è quella di focalizzare l’attenzione sugli incrementi da adottare in relazione all’Imposta sul Valore Aggiunto: si vuole riportare all’attenzione generale la questione fiscale, proponendo dei prelievi alternativi all’attuale aliquota del 5% dell’imposta. Si parlava del debito nipponica in precedenza e occorre sottolineare che, al momento, esso può essere ancora gestito grazie al risparmio domestico e ai bassi tassi di interesse. Inoltre, la nazione asiatica sta continuando in maniera decisa i propri investimenti nell’Unione Europea, terzo mercato a livello internazionale per quel che concerne le importazioni e le esportazioni.


È in questo contesto che si devono inserire le innovazioni tributarie. Anzitutto, l’organizzazione del fisco giapponese, secondo i piani dell’esecutivo Kan, deve poter contare su uffici centrali, dipartimenti su base regionale e locale e un tribunale che possa risolvere le principali controversie in materia; le tasse, poi, dovrebbero essere ripartite non solo su base nazionale, ma anche territoriale. L’Agenzia Nazionale incaricata di monitorare tutte queste operazioni e attività opera già nell’ambito del ministero delle Finanze del paese: le imposte nazionali vengono riscosse dalla direzione centrale, mentre quelle locali spettano alle varie amministrazioni e prefetture.

Il dibattito sull’Iva e sulle tematiche tributarie passano infine anche dalla costituzione delle cosiddette Faz: di cosa si tratta esattamente? Le Foreign Access Zones sono delle aree strutturate che consentono già da qualche anno di rendere più semplice l’ingresso delle imprese straniere nel mercato giapponese: la reale volontà del governo di Tokyo è quella di perfezionare i trattamenti fiscali privilegiati sugli immobili e le altre agevolazioni, al fine di potenziare gli investimenti diretti esteri attraverso delle infrastrutture adeguate e coordinate.

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