In materia di scudo fiscale è scattato il test relativo alla verifica. A darne notizia in data odierna, venerdì 8 ottobre 2010, è stata l’Agenzia delle Entrate che al riguardo ha annunciato che è pronto il relativo vademecum per gli uffici del Fisco che, in sede di controllo, potranno tra l’altro andare a caccia dei falsi rimpatri caratterizzati, ad esempio, da attività patrimoniali o finanziarie che siano state valorizzate rispetto al reale in misura superiore; oppure sempre attività patrimoniali o finanziarie che, in sede di rimpatrio giuridico, non sono state affidate ad intermediari del nostro Paese; oppure ancora operazioni di scudo fiscale inerenti attività finanziarie o patrimoniali dichiarate ma che poi in effetti non sono stare realmente trasferite in Italia. In merito alle criticità sopra citate, l’Agenzia delle Entrate, ed in particolare gli Uffici nelle fasi di “verifica“, porranno maggiormente l’attenzione sia sulle modalità di rimpatrio, sia sulla natura delle stesse attività rimpatriate.
Ad esempio, saranno monitorate ed esaminate quelle operazioni di emersione di denaro contante, che per sua natura, presenta un profilo elevato di rischio; lo stesso dicasi anche per quelle operazioni che, definite come “opache”, riguardano ad esempio le quote che rappresentano il capitale di una società avente sede in un Paese dove le azioni al portatore non sono ammesse.
Maglie strette anche per i rimpatri giuridici di contante dai Paesi della cosiddetta “black list”, ovverosia quelli che non brillano dal fronte della trasparenza fiscale; per questi casi, in accordo con quanto recita una nota ufficiale emessa dall’Amministrazione finanziaria dello Stato, può essere utile andare a richiedere documenti che, secondo il vademecum delle Entrate, dimostrino le modalità con cui le somme sono state detenute fino al momento del rimpatrio; e per la successiva fase, inoltre, si possono chiedere documenti in merito all’assunzione in custodia, in deposito ed in amministrazione o gestione da parte di un intermediario tricolore.