E’ questa l’intenzione del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama: un taglio delle tasse per le imprese con l’obiettivo di favorire la ricerca e agevolare la creazione di nuovi posti di lavoro. A quasi tre anni dall’inizio della crisi che ha colpito l’economia globale, gli Stati Uniti appaiono sempre più esposti a ricadere nella recessione. La “velocità di stallo”, un tasso anemico di crescita che, se perdurasse, potrebbe portare al crollo dell’economia preoccupa il Presidente e gli analisti.
Ho intenzione di tagliare le tasse alle imprese americane – ha detto Obama nel consueto discorso del sabato alla radio -, cosi’ che possano investire in nuovi macchinari e tecnologie e assumere piu’ persone. Occorre creare un regime fiscale agevolato ”permanente” per le imprese che investono in ricerca e innovazione, dato che creano posti di lavoro e promuovono nuove idee e tecnologie.
La combinazione fra inflazione e disoccupazione, con un rischio di deflazione “piu’ alto” del previsto, potrebbero spingere la Fed a mettere in atto nuove politiche di stimolo del mercato. Lo auspica il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke in un intervento a Boston:
All’attuale tasso di inflazione – sottolinea il presidente – le limitazioni imposte da un tasso di interesse nominale a zero sono troppo forti, alzando sopra il livello auspicabile, il rischio di deflazione. Tanto piu’ che l’alto tasso di disoccupazione appare destinato a mantenersi per qualche tempo.
Le nuove richieste di sussidi per la disoccupazione sono salite a 462mila nella settimana che si è conclusa il 9 ottobre, 13mila in più rispetto alla settimana scorsa, la notizia arriva direttamente dal Dipartimento del Lavoro. Le attese degli analisti erano per una flessione a 444mila, quindi la disoccupazione é galoppata più del previsto. Le richieste “continuative” che rappresentano il numero dei lavoratori che già ricevono il sussidio per la disoccupazione, sono invece scese a 4,4 milioni, 112mila in meno della settimana precedente.