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Francia: Sarkozy pronto a eliminare tassa sui ricchi e scudo fiscale

 L’ennesimo rimpasto di governo è praticamente alle spalle e il premier francese Nicolas Sarkozy sta già pensando alle misure più urgenti da adottare per il proprio paese: l’ambito fiscale sembra quello più gettonato in questo senso, visto che le ultime dichiarazioni che provengono dall’Eliseo hanno messo in luce come siano in fermento i lavori relativi all’eliminazione progressiva di due tipi di tributi, l’imposta sui ricchi e lo scudo fiscale. La scelta appare quantomeno ambigua, visto che si tratta di due cavalli di battaglia del programma elettorale del presidente transalpino, ma comunque esiste una spiegazione logica per il cambiamento di rotta. In effetti, l’obiettivo della Francia è quello di allineare il più possibile il sistema tributario nazionale a quello della Germania, così da limitare il gap competitivo che esiste tra Parigi e il suo primo partner commerciale all’interno dell’eurozona.


Lo stesso Sarkozy ha spiegato come l’imposta sui ricchi stia causando degli eccessivi flussi in uscita di capitale, con le compagnie nazionali che tendono sempre più a de localizzarsi. L’armonizzazione del sistema fiscale rimane quindi la priorità dell’esecutivo, ma ci sarà molto da lavorare per assomigliare al modello tedesco, in cui la corporate tax è nettamente inferiore a quella francese. “Supersarko” è stato molto chiaro nel corso di una intervista televisiva:

In Germania non esiste alcuno scudo fiscale. Una volta eliminata l’imposta sui ricchi, poi non c’è più bisogno nemmeno di questa misura; dobbiamo creare un sistema in cui le imposte siano compatibili con quelle tedesche.

 

Lo scudo fiscale in salsa francese prevede che nessun contribuente paghi più del 50% dei suoi redditi in tasse: l’impopolarità di tale meccanismo è stata evidente sin da subito e il governo ha dovuto fare dietrofront su un progetto in cui credeva molto. Tra le novità, invece, potrebbe figurare un nuovo tributo sui capitali, ma per il momento è stato assicurato che nessun inasprimento fiscale è alle porte.