Il progetto “Integrazione e legalità” avviato da qualche tempo dall’Agenzia delle Entrate riguarda attualmente la regione Umbria e coinvolge a livello istituzionale anche l’Anci e lo stesso ente locale: ma il buon successo potrebbe spingere la nostra amministrazione finanziaria ad allargare l’esperimento a tutto il territorio nazionale, visto che grazie a questa iniziativa si riesce a rendere ancora più vicini i cittadini e i lavoratori stranieri alle principali questioni legate appunto alla legalità fiscale. L’ultimo incontro in tal senso ha avuto luogo al termine della scorsa settimana e ciò che è emerso dalle discussioni tenutesi presso la Consulta dell’immigrazione di Perugia è un quadro piuttosto positivo.
Il meeting in questione è stato il frutto dell’intensa collaborazione posta in essere dalle Entrate e dall’Associazione Comunità Egiziana dell’Umbria e ha avuto il merito di illustrare nel dettaglio quelli che sono gli intenti e i contenuti specifici del progetto, consentendo agli immigrati coinvolti di capire a cosa sono chiamati quando ci si riferisce agli adempimenti tributari dei cittadini stranieri. Di cosa si è parlato con esattezza? I temi sono stati tra i più diversi, ma in particolare è stata affrontata la questione della richiesta del codice fiscale da parte dei contribuenti stranieri, oltre alle pratiche relative all’apertura della partita Iva, le varie agevolazioni fiscali che sono consentite, il modo di registrazione dei contratti di affitto, la presentazione della dichiarazione dei redditi e l’assistenza degli uffici, dunque una serie di linee guida e di illustrazioni pratiche e teoriche molto utili.
Come è già stato precisato, si è trattato dell’occasione propizia per fare incontrare la consulta e i suoi principali rappresentanti e le comunità di immigrati più popolose in Umbria; i diritti e i doveri del Fisco appartengono anche a queste persone, pertanto la regione intende organizzare altri incontri, realizzare delle apposite guide in lingua e offrire un tutoraggio a tutti coloro che vogliano avviare un’attività in proprio.