Ammontano ad oltre 4,7 milioni di euro le somme riscosse dall’Agenzia delle Entrate a Caserta nell’ambito di un’operazione antievasione, a tutto campo, nei settori dell‘informatica e degli alimentari. Sotto i riflettori dell’Amministrazione finanziaria dello Stato, in accordo con quanto rivela una nota emessa dalla Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate della Campania, sono finite a Caserta le smart card, ma anche i latticini e le bibite per quella che nel complesso è stata un’attività antievasione a tutto tondo. Nel dettaglio, a valere su ben quattro anni di imposta, una società svizzera ha versato all’Erario, senza attivare il contenzioso, ben 3,5 milioni di euro circa. Questo perché la società, benché svizzera, ed operante nel settore della produzione delle smart card, presentava nella Provincia di Caserta una stabile organizzazione.
Al riguardo la conferma è arrivata da un blitz della Guardia di Finanza che nel Comune campano ha rilevato la presenza di un ufficio acquisti, ma anche dell’ufficio vendite e del customer service oltre a tutta una serie di documenti a dimostrazione che a Caserta c’era una vera e propria impresa e non una divisione che si occupava di una qualche attività ausiliaria e/o preparatoria.
Altri 600 mila euro, attraverso l’adesione ai processi verbali di constatazione, sono stati recuperati dalle Entrate da una società che si occupava della vendita all’ingrosso di prodotti alimentari che ha nascosto al Fisco oltre un milione di euro di ricavi. Nel settore caseario sono stati recuperati invece oltre 630 mila euro a seguito di numerose verifiche fiscali a carico di caseifici aventi medie dimensioni; anche in questo caso i caseifici, in materia di contenzioso, si sono avvalsi degli strumenti deflativi dopo che gli 007 del Fisco erano risaliti alle somme evase in funzione della quantità della materia prima impiegata, a partire dal latte di bufala, rispetto poi alla quantità di prodotto venduto.