«Stop a chi vive a spese d’altri» oppure, detta in altro modo «Chi evade le tasse è un parassita sociale». Due affermazioni abbastanza significative se collocate all’interno della questione evasione fiscale. Due spot televisivi, e due comunicati radio ed in più le affissioni nelle principali stazioni ferroviarie del Paese e negli aeroporti di Milano e Roma. È la campagna organizzata dalla Agenzia delle Entrate e dal Ministero dell’Economia contro chi si rifiuta di pagare le tasse. La campagna partirà domani 9 agosto e proseguirà per tutto il mese di settembre.
Vi sembra eccessiva questa affermazione oppure credete che sia il modo giusto per sensibilizzare i cittadini alla questione che da anni é al centro delle polemiche tra entrate e uscite dello stato. Lo spot ricorda come le tasse servano a produrre servizi pubblici, e solo pagandole tutti potremmo avere migliori e maggiori servizi, dagli ospedali alle scuole, dalle strade ai parchi, ai trasporti. Lo slogan è: «Se tutti pagano le tasse, le tasse ripagano tutti. Con i servizi». Questo é quello che afferma lo spot e al quale però sembrano in pochi a crederci, dato che il livello di evasione non si riduce mai in maniera davvero soddisfacente. Il secondo video punta al concetto di evasori come parassiti che vivono alle spalle della società, succhiando risorse che altrimenti sarebbero investite per il bene comune.
Nel 2011 si stima un incasso di oltre 11 miliardi di euro dalla lotta all’evasione fiscale, quasi un miliardo in più rispetto allo scorso anno, sono le stime di Luigi Magistro, direttore generale dell’Accertamento dell’Agenzia delle Entrate.
In estate si passano al setaccio le attività ferme in inverno e ora ci si sta concentrando sulle attività balneari – sottolinea il direttore -, perché spesso in questo settore c’è un’evasione scandalosa. Siamo partiti ad inizio luglio con un’operazione sul litorale romano. Ma i controlli estivi saranno almeno un migliaio in tutta Italia. I controlli sono all’ordine del giorno e non abbiamo problemi con i dati base che abbiamo.
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Salve direttore, mi chiamo Jean-Patrick Sablot e vorrei illustrarvi,
in
qualche righe, quello che vedo nella pubblicità dei parassiti ed
evasori dal punto di vista della linguistica visiva:
Quello che mi preoccupa della pubblicità con i parassiti è il
linguaggio utilizzato. Se questi parassiti sono naturali intesi come
creazione della Natura, come paragonare questi parassiti naturali a
un’evasore fiscale visto che questo ultimo è creazione della società!
C’è qualcosa che non è chiaro in questa pubblicità! Mettere in
relazione due immagini che non hanno niente in comune, io lo chiamo
errore grammaticale, e fare passare questo messaggio in televisione è
doppiamente sbagliato. E poi mettere la faccia in bianco e nero, mal
rasato, con una faccia da delinquente, lo trovo di una superficialità
che non rispecchia la realtà. So che la pubblicità gioca con immagine
ad effetti e non con immagine essenziale.Non basta la parola
“parassiti” per accomunare due personaggi che non hanno la stessa
origine e dunque sono diversi. Il linguaggio delle immagine può essere
semplice che complesso, non lo roviniamo con i trucchetti
pubblicitari.
Volevano che si parlasse di loro, ci sono riusciti ma
non so se basta
per passare un messaggio chiaro. Consiglio al
realizzatore di questo
spot: ritornare a scuola di cinema per
perfezionare in linguaggio
audiovisivo (grammatica, sintassi,
ortografia). Un saluto! Jean-Patrick
Sablot San Severo (Fg)