La giornata odierna è a dir poco campale dal punto di vista tributario: la tanto discussa e tormentata manovra finanziaria comincia già a produrre i suoi primi effetti e il primo in assoluto sarà quello relativo all’aumento dell’Imposta sul Valore Aggiunto. Da oggi, infatti, l’aliquota fiscale in questione non sarà più pari al 20% bensì al 21%, un provvedimento che avrà dunque un’applicazione immediata. Le altre due aliquote di riferimento, vale a dire quella del 4% e quella del 10%, restano, anche se solo per il momento, intatte. Non c’è pericolo che si crei qualche situazione ambigua e confusa? Il principio che è valido in tal senso prevede che, nell’ipotesi di consegne commerciali che recano la data del 17 settembre, allora l’aliquota rimane quella del 20%. Il punto percentuale aggiuntivo, invece, sarà valido per quelle fatture che saranno emesse a partire da oggi: c’è stato tempo per adeguarsi e ora bisognerà soprattutto abituarsi ai tariffari nuovi di zecca dei beni e delle principali prestazioni, nonostante molte associazioni dei consumatori si siano scagliate contro il provvedimento.
In effetti, l’incremento fiscale comporterà un carico piuttosto pesante per le famiglie italiane, circa 385 euro in media, anche se, come già ricordato, esistono delle eccezioni. Come ci si dovrà comportare quindi? Fatturazione e annotazione dei corrispettivi non saranno ovviamente gli stessi ma necessiteranno di opportune modifiche, con la base imponibile che si vedrà applicata una percentuale maggiorata.
Inoltre, occorre ricordare che le cessioni di beni mobili, diversamente da quelli immobili, comportano la validità della data di spedizione, mentre per le prestazioni e i servizi quella di pagamento. In tutte le altre ipotesi, poi, bisogna far riferimento al momento preciso in cui è avvenuto l’incasso. Le conseguenze sono facilmente intuibili: anzitutto, le tasse saranno più alte, in aggiunta le imposte aggiuntive andranno a influenzare le varie fasi del prodotto o del servizio, moltiplicando l’importo finale.
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