Osservando attentamente il calendario del fisco, ci si accorge che tra le scadenze più imminenti figura quella relativa ai contratti di appalto dei condomini: di cosa si tratta esattamente? Il termine ultimo in questione è quello del prossimo 17 ottobre, quindi mancano appena sette giorni per provvedere all’adempimento. In pratica, ai condomini viene richiesto di versare le ritenute alla fonte che si riferiscono ai corrispettivi posti in essere nel corso del mese di settembre: le prestazioni prese in esame, inoltre, sono quelle relative ai già citati contratti di appalto per opere e servizi che sono stati eseguiti nell’esercizio dell’impresa. Il discorso va comunque allargato a diverse fattispecie.
In effetti, quando si parla di condomino, la disciplina dei contratti di appalto si ripartisce in tre diversi casi: anzitutto, c’è l’ipotesi del condominio che commissiona delle opere edili di dimensioni e caratteristiche notevoli, ma anche quelle per cui il condominio stesso si vede costretto a gestire dei servizi dagli oneri piuttosto importanti (i tipici esempi sono quelli della pulizia o del giardinaggio) e per cui l’edificio presenta dei difetti abbastanza gravi per quel che concerne le parti comuni. Il codice civile dedica due articoli al primo scenario, precisando che le riparazioni di grandi entità vanno deliberate dall’assemblea con il voto favorevole della maggioranza degli intervenuti, vale a dire i condomini.
Riguardo, invece, la gestione di determinati servizi, c’è da dire che il contratto che viene stipulato in questo caso viene ritenuto ancora una volta un contatto d’appalto, o, in alternativa, una locazione d’opera, oppure ancora un contratto di lavoro subordinato. Un altro elemento da ricordare si riferisce al prezzo dell’appalto stesso: la tariffa di quest’ultimo è dovuta all’appaltatore da colui che ha posto in essere il contratto, quindi il condomino, nel caso in cui chi lo ha stipulato fu l’amministratore o un condomino munito di apposita procura.
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