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Cassazione: i prestanome pregiudicano la detrazione dell’Iva

 La Corte di Cassazione non poteva essere più chiara e la sua crociata contro i prestanome potrà ora beneficiare di un nuovo punto a favore: gli “ermellini” di Piazza Cavour sono infatti entrati nuovamente nel merito fiscale, stabilendo che la detrazione relativa all’Imposta sul Valore Aggiunta non può essere concessa in alcun modo quando il contribuente ha acquistato la merce da una società che rappresenta di fatto il prestanome del fornitore vero e proprio (il cosiddetto “imprenditore occulto” come si suole definirlo). La motivazione è presto detta, visto che le fatture tributarie che vengono poste in essere in questi casi sono destinate a operazioni che non esistono dal punto di vista soggettivo, quindi perché pensare a qualcosa di concreto come questa agevolazione fiscale? La pronuncia in questione risale a quattro giorni fa, ma ha una rilevanza fondamentale.

Nello specifico, si tratta della sentenza numero 21080, con la quale la Suprema Corte ha negato la detrazione con parole lampanti: in pratica, il beneficio può sussistere soltanto quando l’impresa viene ad essere considerata inerente, un requisito che manca in maniera totale nel caso di intervento di un soggetto interposto. Tra l’altro, la volontà di quest’ultimo può anche avere degli effetti di rilievo sul quantitativo dell’imposta che andrebbe dedotta. Il sostenimento dei costi non può far cambiare idea da questo punto di vista, dato che la merce viene sì acquistata, ma il soggetto è differente rispetto a quello che poi compare sulla fattura.

Si parlava di “crociata” in precedenza ed in effetti anche un mese fa la Cassazione era intervenuta per disciplinare un caso che coinvolgeva un altro prestanome: nel dettaglio, lo scorso 8 settembre è stata riconosciuta la responsabilità per bancarotta fraudolenta anche di un prestanome che ricopre il ruolo di amministratore societario (volendo essere più precisi, si trattava di una società a responsabilità limitata), dato che si configurava una accettazione vera e propria della carica.

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