La nuova aliquota dell’Iva (21%) ha debuttato ormai da un mese: quali disposizioni e accorgimenti bisogna ricordare per non incorrere negli errori più comuni e, di conseguenza, pagare sanzioni piuttosto salate? Secondo quanto stabilito dalla nostra amministrazione finanziaria due settimane fa, è necessario seguire alcuni passaggi fondamentali. Ad esempio, la correzione delle fatture che sono state poste in essere a partire dallo scorso 17 settembre con l’aliquota del 20% avrà un termine più lungo, in modo da consentire a una platea più ampia possibile di non pagare le relative multe. Nello specifico, le scadenze fiscali che vanno tenute bene a mente sono il 27 dicembre 2011 e il 16 marzo 2012, le quali si riferiscono, rispettivamente, all’acconto dell’imposta in questione e alla sua liquidazione annuale.
Quale atteggiamento devono assumere invece i contribuenti che ricevono queste stesse fatture? Nel caso in cui non vi sia alcuna fattura integrativa, allora c’è tempo fino al prossimo 30 aprile, un’altra data da segnare in maniera chiara sul calendario tributario. Un elemento essenziale da chiarire è il momento esatto in cui è necessario ritenere effettuata l’operazione: secondo la stessa Agenzia delle Entrate, le norme sono sempre le medesime, vale a dire che l’Iva diventa esigibile quando si realizza l’operazione, avendo l’accortezza di distinguere tra le cessioni di beni, le prestazioni di servizi e le importazioni. Un’altra categoria di contribuenti che è interessata in maniera diretta a queste norme è quella dei commercianti al minuto.
Questi ultimi, infatti, sono soliti incassare degli importi che comprendono al loro interno anche il tributo: in tal caso, quindi, si deve scorporare l’Iva dai corrispettivi in questione, una operazione che può avvenire o diminuendo il lordo di una percentuale che si basa sull’aliquota da applicare o sfruttando il metodo matematico, l’unico utilizzabile con l’aliquota al 21%, andando a dividere il totale per dei valori determinati e che dipendono dal tipo di attività.