Assonime, l’associazione che raggruppa le spa del nostro paese, ha messo in luce nel dettaglio quale disciplina fiscale bisogna seguire in merito all’addizionale sui compensi destinati ai dirigenti e collaboratori: si tratta, nello specifico, di bonus aziendali e di stock options, le quali devono rispettare tutte le modifiche che sono state introdotte dal Decreto Legge 98 del 2011 (la manovra correttiva presentata dal governo lo scorso mese di luglio) e da alcune circolari di quest’anno della nostra amministrazione finanziaria. Che cosa c’è da ricordare nello specifico? Un ambito che merita un’attenzione particolare è senza dubbio quello degli appalti pubblici.
In effetti, come ha rimarcato il Parlamento Europeo, vi sono alcune regole precise a cui fare riferimento: ad esempio, si punta a migliorare la certezza giuridica, a sfruttare criteri più vasti per l’assegnazione degli appalti stessi, a semplificare le norme di base, a rendere più flessibili le norme in questione e a promuovere soluzioni che siano più efficaci dal punto di vista della trasparenza e del corretto utilizzo del denaro del contribuente. Ritornando a parlare dei compensi variabili di manager e collaboratori, c’è da dire che da diverso tempo è stata posta in essere una vera e propria “stretta”: l’addizionale ammonta al 10% e si riferisce a quelle retribuzioni che vanno oltre il limite della quota fissa che viene concordata con la società.
I soggetti coinvolti, poi, devono ricordare che l’applicazione di tale imposizione tributaria è collegata a tutta la parte in eccesso, mentre fino a pochi mesi fa la parte prevista era pari a tre volte lo stipendio fisso. La categoria in questione ha visto in queste norme un inasprimento della disciplina, ma bisogna sostanzialmente adeguarsi. L’aliquota, inoltre, viene applicata dal sostituto d’imposta attraverso un’apposita ritenuta d’acconto quando deve essere erogato il bonus: in pratica, quindi, questa tassazione può essere considerata una vera e propria imposta sostitutiva dell’Irpef.
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