Uno dei principali adempimenti per i quali ci si rivolge ai notai è il trasferimento di un immobile e il relativo contratto di mutuo: quanto può venire a costare una prestazione simile, vale a dire gli onorari che spettano alla categoria in questione? Per quantificare in modo corretto le tariffe occorre fare riferimento anche a quei compensi che sono previsti dalle voci della tariffa stessa. Quando si verifica un trasferimento simile, bisogna considerare altre fattispecie, come ad esempio il rilascio delle copie degli atti, il ricevimento dell’atto in studio oppure senza le spese di spostamento e le indagini storiche ipotecarie e catastali che vengono condotte in questo caso. Detto ciò, si deve aggiungere che l’onorario del notaio è piuttosto variabile, ma ricomprende sempre un valore non inferiore al minimo e non superiore al massimo delle tariffe ministeriali attualmente in vigore.
Tra l’altro, è sempre opportuno chiedere al notaio stesso quanto può essere complessa e articolata la prestazione che si accinge a fare, in modo che si possano capire sin da subito gli oneri da aggiungere. In linea di massima, i notai sono soliti ricevere un compenso compreso tra 1.600 e 2.400 euro per quel che riguarda un immobile del valore non superiore ai 93mila euro; tali valori crescono ovviamente al crescere della tariffa immobiliare e quando quest’ultima arriva a quota 465mila, allora il compenso minimo è di 2.470 euro, mentre quello massimo supera i 3.700 euro.
In aggiunta, queste stesse quantificazioni devono tenere conto delle imposte che sono obbligatorie per la registrazione, vale a dire quella di bollo e di registro, ma anche dei tributi che vanno versati alle pubbliche amministrazioni (Agenzia delle Entrate e del Territorio). Inoltre, immancabile, figura l’Iva, nella sua aliquota massima del 21%. Ma l’elenco fiscale non finisce certo qui. Altre somme che non vanno mai trascurate sono quelle della tassa di archivio, della visura ipotecaria e adempimenti eventuali che si riferiscono a ipotesi diverse.