Equitalia, l’istituzione più temuta del paese, attiva i suoi mezzi per recuperare il debito dei cittadini morosi, in un momento di difficoltà per le casse dello stato, in cui il ruolo di recupero delle tasse si rivela fondamentale: Equitalia assume così in questo contesto un ruolo protagonista. Equitalia é infatti la società che ha l’ingrato compito di riscuotere i tributi. In rete é possibile leggere la testimonianza di qualcuno che sostiene di aver scoperto “per caso” di essere finito nel mirino della società, non avendo ricevuto la notifica della cartella esattoriale: si viene poi a scoprire che i beni di proprietà sono gravati da un’iscrizione ipotecaria perchè non avendo ottenuto la notifica della cartella e decorsi 60 giorni senza opposizione, si forma automaticamente il titolo esecutivo e quindi l’iscrizione ipotecaria.
In pratica dopo due mesi dalla notifica, a prescindere dal fatto che l’avviso sia stato ricevuto o sia rimasto “impigliato” in un ufficio delle Poste, il contribuente deve pagare l’intera somma oppure contestare pagandone un terzo (più gli interessi maturati), saldando quindi prima ancora che inizi il processo amministrativo che stabilisca chi ha ragione (per quattro casi su dieci i ricorsi danno ragione al contribuente). Fino a qualche tempo fa invece era necessario istruire una cartella esattoriale che, ricorsi compresi, portava al saldo dell’eventuale debito entro 15-18 mesi. E’ facile immaginare come dietro queste modalità di riscossione dei debiti si sollevino continue contestazioni da parte di chi ritiene i metodi utilizzati dalla società siano piuttosto bruschi.
Non esiste più diritto alla difesa, devi versare che tu abbia torto o ragione – sottolinea l’avvocato Alberto Goffi, consigliere regionale Udc del Piemonte -. Si sta colpendo chi ha fatto dichiarazioni fedeli e oggi, a causa della crisi che ha colpito il Paese, non è in grado di pagare le tasse. Non puoi impugnare quello che hai dichiarato, è la condanna a morte delle imprese oneste.