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Cartelle esattoriali: quasi un milione di auto a rischio fermo amministrativo

 Per quasi un milione di proprietari di automobili in Italia le vacanze rischiano di trasformarsi in un incubo, visto che sono state recapitate o sono in corso di recapito la bellezza di 400 mila raccomandate per cartelle esattoriali non pagate, ma in maggioranza “pazze” in quanto vengono indicati importi già pagati o non dovuti. E così, secondo quanto rivela e mette in risalto Contribuenti.it, l’Associazione Contribuenti Italiani, per quasi un milione di vacanzieri si preannuncia un’estate da “bollino rosso“; l’Associazione, in particolare, sta monitorando in questi ultimi giorni l’attività della società di riscossione Equitalia, constatando come delle 400 mila raccomandate ben 200 mila siano già state recapitate, mentre altre 200 mila stanno per essere consegnate nell’ambito di quella che è una nuova ondata di ganasce fiscali.

A tal fine, i responsabili dello Sportello del Contribuente ricordano come i provvedimenti di fermo siano strettamente correlati agli importi indicati nelle cartelle esattoriali: dai 50 euro e fino ai 2 mila euro può scattare il fermo amministrativo su una sola autovettura, mentre, nel caso in cui il soggetto destinatario sia un’impresa, e l’importo è compreso tra i duemila ed i diecimila euro, il fermo amministrativo può scattare anche su dieci macchine; oltre i diecimila euro, invece, non c’è scampo, visto che scattano le ganasce fiscali su tutto il parco macchine con ripercussioni negative sull’attività d’impresa.

E se invece il destinatario è un privato, e la cartella esattoriale supera, anche di un solo euro, l’importo degli ottomila euro, può scattare per Legge anche la procedura di ipoteca dell’immobile. Il presidente di Contribuenti.it, Vittorio Carlomagno, ricorda come una volta ricevuta la cartella esattoriale ci siano 60 giorni di tempo per pagare; dopodiché può scattare il fermo amministrativo che, secondo quanto denuncia il Presidente dell’Associazione Contribuenti Italiani, cade guarda caso proprio nei periodi di vacanza per invogliare e costringere il contribuente a pagare per togliersi il pensiero e per passare un’estate tranquilla anche se le somme sono non dovute in quanto illegittime come lo sono le “cartelle pazze“.

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