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Riforma del lavoro del Governo Monti

 La discussione del Governo, dopo le Manovre Finanziarie che hanno “salvato” l’Italia e ridotto lo spread arrivando praticamente a dimezzarlo, si incentra sulle riforme necessarie al mondo del lavoro. L’ipotesi che l’Italia possa riprendersi senza mettere mano alla disastrosa situazione dei lavoratori italiani è fuori discussione; è necessario rivedere profondamente il legame tra datore di lavoro e dipendente perchè le soluzioni di oggi non sono più sostenibili come in passato.

Al Governo toccheranno decisioni difficili e coraggiose, che non piaceranno a nessuno; è tuttavia necessario adeguare il mercato del lavoro ma sopratutto l’accesso al credito, sia per le imprese che per i nuovi lavoratori “precari a vita“.

Che piaccia o meno il posto fisso è sempre più lontano ed invece è sempre più importante darsi da fare ed adattarsi. Una volta preso atto che il futuro del lavoro è la versatilità, ai nuovi lavoratori sarà richiesto un grande impegno e se questo vuol dire più incertezza, dall’altro vuol dire che sarà più facile trovare la giusta retribuzione in linea con le proprie capacità e competenze (quindi anche per i Laureati potrebbe essere una svolta epocale).

RIFORMA DEL LAVORO, CHIUSURA LA PROSSIMA SETTIMANA

Il secondo passo, come detto, è l’accesso al credito. Se questo non si adeguerà immediatamente al nuovo mondo del lavoro si rischia il collasso economico. Nei prossimi anni assisteremo ad un cambiamento radicale del classico “mutuo” per la vita che verrà offerto secondo nuovi parametri. Se così non fosse, allora non vi è soluzione alla crisi ed il rilancio dei consumi, fondamentale per la ripresa, non potrà avvenire.

Emerge inoltre un aspetto interessante; per quanto le decisioni di Monti e del suo Governo siano difficili da accettare, l’attenzione mediatica è praticamente Globale. Il lavoro del Primo Ministro è sempre stato elogiato ed ora, dopo che il Wall Street Journal ha acceso i riflettori USA sul suo operato, l’attesa della riforma è cresciuto esponenzialmente e non ci sarà da stupirsi se diventerà un esempio da seguire.

RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO 2011