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L’Asni fa vacillare l’accordo fiscale tra Germania e Svizzera

 L’acronimo Asni sta a indicare l’Azione per una Svizzera Neutrale e Indipendente: si tratta dell’associazione elvetica che difende strenuamente l’indipendenza del paese, tanto da essere salito nuovamente agli onori della cronaca per una iniziativa che ha a che fare con l’ambito fiscale. In effetti, l’ente in questione è fortemente intenzionato a lanciare un referendum per quel che riguarda l’accordo tributario tra la stessa confederazione e la Germania. Questa stessa intesa non ha mai convinto del tutto, visto che non sono rari i casi in cui la sua validità e durata sono state minacciate e questa vicenda conferma ancora una volta i dubbi.

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Se fino a poco tempo fa si erano lamentati i tedeschi, con il partito teutonico dei Socialdemocratici in prima linea, stavolta è la parte elvetica a far parlare di sé. L’associazione sta valutando nella maniera più seria possibile l’ipotesi del voto, anche se una decisione definitiva in questo senso sarà adottata e resa pubblica solamente nel corso della prossima assemblea generale, prevista per il 28 aprile. La conferma è giunta dal coordinatore di questo stesso movimento, Eric Bertinat. Qual è in tal caso il pomo della discordia? Le critiche principali sono state rivolte nei confronti di una disposizione che riguarda la Germania: quest’ultima, infatti, ha la possibilità, in base all’accordo, di dar vita a controlli molto rigorosi in Svizzera mediante l’operato della Finma, l’autorità federale che si occupa di vigilare sui mercati finanziari (la sigla sta proprio a indicare la Financial Market Supervisory Authority).

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Il motivo del disaccordo è presto detto, secondo l’Asni si tratta di una vera e propria limitazione della sovranità nazionale della Svizzera, qualcosa che non può essere ammesso in alcun modo. L’iter da seguire è lungo, perché dopo la pronuncia dell’assemblea, sarà il turno delle Camere Federali, chiamate a esprimersi il prossimo mese di giugno, ma intanto l’accordo fiscale vacilla.