Il quadro disegnato oggi dal centro studi di Confindustria è apocalittico:
Non siamo in guerra. Ma i danni economici fin qui provocati dalla crisi sono equivalenti a quelli di un conflitto
Ed il CSC continua:
l’aumento e il livello dei debiti pubblici sono analoghi, in quasi tutte le economie avanzate, a quelli che si sono presentati al termine degli scontri bellici mondiali. Una sorta di guerra c’è stata ed è tuttora in corso, ed è combattuta, una volta di più, dentro l’Europa e dentro l’Italia. Come nei secoli passati, in cui le divisioni e gli interessi di parte prevalevano su tutto e tutti
Un milione e mezzo di posti di lavoro sarebbero stati persi. Il Pil oggi segna il -2.4% e l’inflazione sale al 3,3% con un “carrello della spesa” che agli italiani costa il 4,4% in più, grazie ad un aumento dei prezzi al consumo dello 0,2% su base mensile.
Le previsioni del CSC vedono nel futuro prossimo altre flessioni; il PIL del 2012 si dovrebbe attestare in calo del 2,4% mentre nel 2013 il ribasso sarà dello 0,3%. Domanda di beni ed investimenti crollano con questi ultimi che scendono dell’8% grazie all’incertezza dei mercati (ormai fuori controllo) ma sopratutto al difficoltoso accesso al credito che in Eurozona rappresenta uno degli scogli maggiori per l’avvio della ripresa.
Secondo le stime quindi l'”Italia è nell’abisso” mentre gli USA continuano sulla via della ripresa, raddoppiando le distanze tra Nuovo e Vecchio Continente. Uno dei problemi fondamentali dell’Eurozona però potrebbe essere sollevato e risolto nei prossimi giorni; il riferimento è alla mancanza di un vertice politico che riesca ad unire i Paesi legati dalla Moneta Unica al fine di perseguire politiche di sviluppo e crescita a 360°, senza agire direttamente sugli Stati Membri.
►IMMOBILIARE ITALIANO: ACCORDO FIAIP-CONFINDUSTRIA