Arriva agli onori della cronaca l’ennesimo caso di evasione fiscale agli alti livelli. Questa volta è il turno dell’ex attaccante dell’Inter Eto’o, che durante il periodo compreso tra il 2006 ed il 2009 avrebbe evaso 3,5 milioni di euro di tasse sui diritti di immagine relativi al periodo.
Il famoso sportivo sarebbe nel mirino del fisco Spagnolo, visto che gli illeciti riguardano diritti di immagine corrisposti da Barcellona e Puma su due società di comodo, Bulte 2002 Empresarial e Tradesport and Marketing KFT.
Se l’accusa dovesse essere fondata allora il calciatore rischierà fino a 5 anni di carcere ed una multa che ammonta a sei volte tanto la cifra evasa.
Se ci si fermasse a questo punto la notizia non sarebbe poi così strana. Da anni siamo abituati ad evasioni milionarie in Italia da parte dei VIP, ma a ben pensarci qualche spunto di riflessione emerge sulla vicenda venuta oggi alla luce su Eto’o; se paragoniamo il trattamento degli evasori da parte di Barcellona e quello riservato invece agli evasori nel Bel Paese, ci si rende subito conto della differenza marcata.
►MARADONA PERSEGUITATO DAL FISCO?
In Italia gli evasori prima di essere accusati in via definitiva (salvo rari casi) possono continuare per anni le loro “abitudini” e quando la sentenza arriva finisce sempre nello stesso modo; si patteggia per una cifra irrisoria e si dimentica tutto, con il fisco che si accontenta di una parte minima pur di incassare qualcosa. Così la maggior parte delle pratiche viene chiusa, salvo poi gli irriducibili (come Maradona) che invece si ostinano a non voler versare neanche la cifra “scontata” dal fisco.
►FISCO, MONTANI CONTRO MARADONA
Il trattamento riservato all’estero è di tutt’altro avviso invece; netta è la differenza tra quello che succede ad evadere in Italia e quello che invece spetta ad Eto’o in Spagna, e questo è uno dei principali motivi per cui si sceglie ancora il Bel Paese per avviare truffe ai danni dello Stato.
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