Era stato profetico tre anni fa Mohammed Nasheed, in quel periodo presidente dell’arcipelago delle Maldive: a suo dire, infatti, il paese sarebbe dovuto diventare il primo al mondo ad abbattere totalmente le emissioni di anidride carbonica in atmosfera, tanto da varare allora un apposito testo normativo per istituire una tassa “verde”. Le stime del 2009 sono ora state corrette e sarà compito dei turisti che ogni anno affollano la piccola nazione insulare asiatica dimostrare quanto sia alta l’attenzione nei confronti dei temi ecologici.
Di conseguenza, saranno proprio queste persone a versare di loro spontanea iniziativa l’imposta in questione, in modo da finanziare il programma relativo alla riduzione di biossido di carbonio nelle isole entro il 2020. Insomma, il progetto di Nasheed è stato migliorato e potenziato dal nuovo presidente, Mohammed Wahee, anche se alcuni elementi sono praticamente gli stessi di qualche tempo fa. Anzitutto, l’importo da pagare sarà pari a tre dollari americani per ogni singolo visitatore (la moneta ufficiale delle Maldive è la rufiyaa e ce ne vogliono tredici per ottenere un dollaro). Come ha voluto sottolineare lo stesso Wahee, l’ipotesi più interessante prevede che ogni turista fornisca un contributo ancora maggiore, circa dieci dollari a testa: in questo caso, si potrebbe raccogliere un gettito tributario di ben dieci milioni di dollari ogni anno, un sostegno davvero importante per quel che concerne il programma ambientale del governo di Malè.
Nasheed, al contrario, era stato meno ambizioso, parlando di un incasso pari a 6,3 milioni di dollari ogni anno. Se non altro, si può applaudire questa iniziativa, ma serve tenacia e decisione per realizzare in maniera adeguata: d’altronde, l’economia maldiviana si basa essenzialmente sul turismo e un contributo fiscale di questo tipo non può che essere un miglioramento dell’immagine nazionale, cercando di non associare il nome dell’arcipelago sempre e soltanto alle sue spiagge da sogno e ai suoi luoghi così esotici.