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Studi di settore: in Piemonte sono 200 mila i contribuenti che li applicano

 Sono circa duecentomila nella Regione Piemonte i contribuenti che quest’anno sono chiamati alla presentazione degli studi di settore. Il dato è stato fornito dalla Direzione regionale Piemonte dell’Agenzia delle Entrate, la quale ha colto l’occasione per far presente come la prima data utile per il versamento sia dell’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP), sia quella sui redditi, è slittata entro e non oltre il termine del 6 luglio 2009. Questo a seguito di un decreto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, che ha concesso ai contribuenti soggetti agli studi di settore una proroga, pari a venti giorni in più, per calcolare le imposte e trasmettere le risultanze degli studi di settore, e questo senza alcuna maggiorazione. Si possono così pagare senza oneri aggiuntivi, entro il prossimo 6 luglio 2009, sia l’IRPEF, sia l’IRES, l’IRAP, ma anche i contributi previdenziali che vengono calcolati con il modello Unico 2009.

Per chi invece paga le imposte dopo la data del 6 luglio 2009, e quindi dal 7 luglio in poi, ed entro e non oltre il 5 agosto 2009, scattano le maggiorazioni nella misura dello 0,40% fisso calcolato come corrispettivo di interessi per ritardato pagamento. Rispetto all’anno scorso, quindi, c’è una più ampia flessibilità, anche temporale; la proroga, richiesta tra l’altro dalle Associazioni di categoria, e dagli intermediari autorizzati, si è resa necessaria in virtù della presentazione, in ritardo rispetto al solito, del software Gerico 2009.

Quest’anno il software è un po’ più complesso ma “vantaggioso” per i contribuenti che rientrano negli studi di settore visto che sono stati introdotti i “correttivi anticrisi“, ovverosia degli aggiustamenti grazie ai quali i contribuenti potranno applicare gli studi tendendo conto del fatto che nel 2008 la congiuntura economica, e quindi in molti casi gli affari, sono stati tutt’altro che brillanti. Con Gerico 2009 è così possibile quest’anno applicare dei correttivi sulle rimanenze di magazzino, sui margini di redditività, ma anche, specie per quelle imprese sulle quali incidono i costi di trasporto, i correttivi sulle spese legate al carburante e sulle materie prime per la produzione di beni inerenti l’attività esercitata.

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