Gli ultimi dati Eurostat parlano chiaro: la tassazione vessa ancora l’Italia. La rilevazione si riferisce alla tassazione rispetto al PIL nel 2007. Il livello medio di tassazione nella Zona Euro è risultato pari al 40,4% e nell’Europa allargata al 39,8%. Il livello di tassazione é più alto in Belgio con una quota del 44% e in Italia e in Francia con una quota del 43,3%. Meno vessatorie la Germania con un peso medio del 39,5% e la Spagna con il 37,1%, ancor meno nel Regno Unito (36,3%).
La tassazione sul lavoro è il vero salasso all’italiana, la penisola è al primo posto con un tasso del 44%, seguita da Svezia (43,1%) e Belgio (42,3%). La media UE é invece del 34,4% e quella della Zona Euro del 34,3%.
Non sono meno salate le tasse sui consumi: sempre nel 2007, ci sono stati i livelli maggiori di tassazione in Danimarca con il 33,7%, a seguire Svezia con il 27,8%. e Ungheria (27,1%). Meno pesante la situazione in Grecia (15,4%), Spagna (15,9%) e finalmente la nostra Italia (17,1%).
In otto anni (dal 2000 al 2008) è diminuita di un punto percentuale l’aliquota massima applicata ai redditi delle persone fisiche, dal 45,9% al 44,9%. Anche per quanto riguarda i redditi delle imprese italiane abbiamo una seppur lieve riduzione dell’imposizione: si è passati dal 41,3% del 2000 al 31,4% del 2009.
Sempre riferendoci al 2008, da una stima stilata da Krls Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it, Associazione contribuenti italiani, elaborando dati ministeriali e dell’Istat, emerge che ogni anno circa 300 miliardi di euro di imponibile vengono sottratte all’erario. Evasione di imposte dirette pari a 115 miliardi di euro, economia sommersa pari a 105 miliardi, criminalità organizzata che sottrae alle casse statali ben 40 miliardi e 25 miliardi chi ha il secondo o terzo lavoro. In Italia si stimano circa 2 milioni di lavoratori in nero, di cui 800 mila che fanno il secondo o il terzo lavoro.
E ancora le società di capitali (escluse le grandi imprese). In base ad una rilevazione dei dati del ministero dell’Economia e delle Finanze, il 78% circa delle società di capitali italiane dichiara redditi negativi. Dichiarano perdite la metà delle imprese di capitali o comunque dichiarano meno di 10.000 euro (il 26% delle società).
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