Una curiosa pratica fiscale ha portato agli onori della ribalta la città di Trieste: in effetti, mentre si è abituati a quei comuni che fanno pagare direttamente l’estumulazione, il capoluogo friulano si segnala per il largo anticipo con cui viene richiesto il versamento della tariffa in questione. Si tratta di ben trenta anni, il che vuol dire che i parenti devono anticipare la spesa al momento dei funerali per la dissepoltura del caro estinto, la quale avverrà esattamente tre decenni dopo. La notizia ha superato abbondantemente l’ambito locale, dopo la segnalazione di un cittadino che è rimasto coinvolto in una situazione del genere.
In pratica, tutto è nato dal rinnovo di un loculo nel cimitero locale, visto che si era giunti alla scadenza della concessione messa a disposizione dal comune triestino. Il prezzo da pagare comprendeva anche degli oneri per l’estumulazione di fine ciclo sepoltura, per un importo pari a circa un quinto del totale (quasi 400 euro sui duemila previsti). Dunque, è come se si pagasse per il futuro, una sorta di acconto sul trasferimento che sarà però posto in essere molti anni dopo, come si è già avuto modo di precisare. La norma, a dire il vero, lascia ampio spazio a ogni singolo comune per quel che riguarda la scelta degli importi e delle modalità di queste tariffe, quindi è quasi scontato che si vada da un eccesso all’altro.
Entrando maggiormente nel dettaglio, vi sono casi quasi identici in cui il periodo temporale è piuttosto lungo, ma poi il pagamento richiesto è nullo. Bisogna comunque capire se è più giusto che a pagare sia colui che fruisce del servizio oppure l’intera comunità, anche perché diverse amministrazioni comunali hanno riconosciuto come sia molto difficile riscuotere per i loculi e le tombe che precedono determinati anni. Di conseguenza, rischia perfino di diventare più oneroso rintracciare i parenti e imporre la tariffa in questione.