Scendono in piazza i lavoratori del settore pubblico guidati da Cgil e Uil contro i tagli al settore contenuti nel decreto sulla spending review del Governo Monti.
Con lo slogan “abbiamo già dato” insorgono 30 mila dipendenti del settore pubblico, ma la discussione ruota intorno ai grandi assenti cioè i lavoratori della Cisl. Così la Camusso ha commentato l’assenteismo:
Mi dispiace. C’è chi pensa che bastino delle rassicurazioni per dire che si risolvono i problemi. L’errore che fa la Cisl è mandare un messaggio di rassegnazione, ma la rassegnazione è la nostra sconfitta
La Cisl stessa però sostiene di avere un tavolo di trattativa aperto sulla questione, anche se eventuali risvolti in questo senso saranno pubblicati solo nei prossimi giorni.
Intanto Cigl e Uil non aspettano, come spiega ancora una volta la Camusso:
Stiamo protestando perché siamo contrari agli ulteriori tagli previsti per la pubblica amministrazione e il settore pubblico e riteniamo che questo conduca solo a ulteriore perdita di posti di lavoro in una situazione di alta disoccupazione nel Paese ma che allo stesso tempo non garantisce servizi adeguati ai cittadini. Bisogna cambiare la spending review. Abbiamo iniziato ma non intendiamo fermarci, continueremo la nostra iniziativa. Di errori questo governo ne ha fatti tanti: la legge sulle pensioni ha creato esodati, non una grande prova accademica. Il blocco dei contratti nazionali paralizza i lavoratori, abbassa i consumi e riduce l’economia
Questo il pensiero della leader sindacale che guida la protesta. Il documento contro cui si schierano i 30 mila lavoratori prevede di ridurre del 20% i dirigenti e del 10% i dipendenti delle amministrazioni pubbliche, tagliando sicuramente i costi del settore ma creando un mare di disoccupati che avranno grandi difficoltà a trovare nuove occupazioni per “tirare” fino alla pensione.