Lo scandalo che investe la politica distrae gli italiani dalla situazione finanziaria-economica e toglie il velo su quella parte di Italia che forse non si voleva vedere. Che i conti pubblici erano gravati dal comportamento di certi politici era fuori dubbio, ma l’entità delle operazioni finanziarie balzate agli onori della cronaca spaventa ed incuriosisce gli italiani al tempo stesso.
Le cifre contestate ma sopratutto la natura stessa delle operazioni effettuate nella sola regione interessata ha costretto le autorità ad estendere i controlli, che ora partiranno in tutta Italia con effetto retroattivo.
L’arresto di Fiorito chiude la prima parte delle indagini che hanno sollevato il polverone. Chiusa una porta, si apre un portone; ora i dati vengono passati sotto la lente di ingrandimento, ed emerge come ben 192 bonifici per un titale di 1,380 milioni di euro siano finiti direttamente sui conti intestati a Fiorito. Le somme in questione sarebbero state sottratte direttamente dai conti del PDL. Ora il processo diventa mediatico però; l’ingresso in campo dell’avvocato Taormina a difesa di Fiorito complica ed allontana la risoluzione; l’innocenza rivendicata dallo stesso Fiorito potrà anche essere reale, ma ormai è certo che per arrivare a capo della questione serviranno mesi, se non anni.
Intanto i controlli si estendono ed anche la regione Piemonte viene passata al setaccio. La “scoperta” riguardo l’uso dei soldi pubblici per affari privati non sorprende tutti ma indigna molti e quello che seguirà a questa vicenda potrebbe cambiare le carte in tavola sulla politica italiana, sotto assedio a 360° ormai da troppo tempo.