Nautica in crisi – Nonostante i fasti del 52° Salone Nautico di Genova, il settore della nautica attraversa una crisi profonda aggravata anche dai controlli effettuati dal fisco nei confronti dei proprietari e di imbarcazioni da diporto. Nel settore nautico si registra infatti una vera e propria fuga dall’Italia di immatricolazioni riguardanti nuovi yacht a causa anche delle novità normative introdotte recentemente ( tassa di stazionamento introdotta dal Dl 201/2011 ) e dei controlli fatti dall’amministrazione finanziaria ( redditometro ed altro).
I numeri sono abbastanza pesanti: rispetto all’anno precedente le domande di ormeggi stanziali sono calate del 20 %, quelle di ormeggi in transito sono scese del 50 %, vendita di carburanti e manutenzioni hanno fatto registrare un meno 40 %. Il Presidente dell’Ucina, Albertoni, conferma il trend di uscita dai porti turistici italiani della maggior parte dei diportisti, a beneficio degli altri approdi del mediterraneo ( Spagna, Croazia, costa Azzurra e costa Brava). Secondo Albertoni la situazione è parzialmente migliorata quando l’esecutivo ha fatto parzialmente dietrofront modificando la tassa di stazionamento delle imbarcazioni in tassa di possesso, ma comunque i giochi erano stati già fatti, visto che la prenotazione degli approdi è effettuata quasi sempre nei primi mesi dell’anno.
Problema redditometro – Altro nodo da risolvere è quello inerente il redditometro, nonostante l’Agenzia delle Entrate stia ancora elaborando il nuovo modello. In base alla precedente normativa il possesso di imbarcazioni era estremamente penalizzante se rapportato ad altri beni voluttuari. Per il possesso di uno yacht, anche di piccole dimensioni il reddito presunto viene calcolato con un moltiplicatore che è 10 volte superiore a quello per di chi possiede un secondo immobile e 5 volte superiore rispetto a chi ha un camper.
Proposte subito – Per questi motivi le associazioni di categoria chiedono l’adozione di provvedimenti che possano rilanciare il settore. In primis propongono di equiparare l’iva applicata dai porticcioli turistici a quella applicata dagli alberghi ( che scontano già un iva agevolata).