Il ministro dell’Economia Vittorio Grilli ha rivelato che il governo italiano si propone di raggiungere un accordo per la tassazione dei capitali in collaborazione con la Svizzera, già prima delle prossime elezioni che sono attese per la primavera del prossimo anno.
Le discussioni su un accordo iniziarono a maggio, con un gruppo di lavoro bilaterale abilitato a portare avanti i negoziati. Fino ad ora ha coinvolto due incontri tra il presidente svizzero Eveline Widmer-Schlumpf e il primo ministro italiano Mario Monti nel mese di giugno e agosto, mentre il Consiglio federale ha adottato un mandato che fissa i punti essenziali su cui si ritiene che le trattative dovrebbero basarsi.
Mario Monti vuole siglare un accordo circa la tassazione dei capitali degli italiani rinchiusi nelle banche svizzere e quindi invisibili al fisco. L’accordo vale 50 miliardi di euro e sarebbe formulato sul modello di quello già firmato tra la Svizzera e la Germania.
Le parti hanno discusso, in particolare, su un modello di un accordo per la regolarizzazione delle attività detenute in Svizzera da contribuenti non residenti e l’introduzione di una ritenuta alla fonte sui redditi da capitale futuro, come è già stato concluso con la Svizzera dalla Germania, Regno Unito e Austria.
Le discussioni hanno riguardato anche le necessarie modifiche che dovrebbero essere apportate alla convenzione di doppia imposizione tra i due paesi, in particolare per quanto riguarda lo scambio di informazioni fiscali, insieme a eventuali modifiche al vigente accordo sulla tassazione dei lavoratori italiani transfrontalieri.
Tuttavia, i progressi dei negoziati sono stati più lenti del previsto, e il gruppo prevedeva di presentare proposte concrete già entro la fine di questo autunno.
Grilli ha confermato che l’obiettivo del governo italiano è quello di trovare un accordo con la Svizzera “sulla base di principi che noi riteniamo propri”.
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