La polizia italiana ha sequestrato beni per un valore 65 milioni di euro durante un controllo fiscale che rientra nella vendita delle case di moda Hugo Boss e Valentino avvenute nel 2007 per un importo di 5,3 miliardi di euro.
La polizia tributaria ha detto di aver sequestrato beni immobili, terreni e partecipazioni societarie di 13 persone “legate a una delle famiglie più importanti d’Italia nel campo della moda e del settore tessile.”
Le 13 persone in questione sono state legate al Gruppo Marzotto, e comprendeva i membri della famiglia stessa (ma non dei rami Pietro, Paolo e Garetano) e Donà dalle Rose: l’accusa è di omessa presentazione della dichiarazione dei redditi e degli immobili, terreni e partecipazioni societarie a loro riconducibili.
Marzotto ha venduto Valentino Fashion Group – comprendente allora sia l’etichetta Valentino e Hugo Boss – al gruppo Permira nel 2007.
Il governo Monti ha deciso di intraprendere una dura lotta all’evasione fiscale per cercare di fare i conti con l’imponente crisi del debito e trovare le risorse per finanziare la crescita.
Gli avvocati che rappresentano il Gruppo Marzotto hanno dichiarato che la decisione presa dalla procura di Milano di ordinare il sequestro era “totalmente infondata”, aggiungendo che i documenti bancari mostravano le plusvalenze derivanti dall’esercizio, ed erano state dichiarate e tassate.
Un portavoce del Gruppo Marzotto ha rifiutato di commentare, dicendo che la notizia non ha coinvolto la società. La polizia ha detto che una società lussemburghese utilizzata dal Gruppo Marzotto nella vendita ha realizzato una plusvalenza di circa 200 milioni di euro, con conseguente evasione fiscale di 65 milioni di euro.
“L’inchiesta ha rivelato che una società di partecipazione finanziaria volutamente creata a Lussemburgo era invece amministrata in Italia”, ha detto la polizia.
All’inizio di quest’anno Attilio Befera ha riferito che l’evasione fiscale è pari a circa 120 miliardi di euro.