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Le società fiduciarie dell Isole Cayman

 Qualche mese fa era giunto il momento di fare il punto sui paradisi fiscali nel 2012: una situazione particolare è quella che riguarda le Isole Cayman, il celebre arcipelago del Mar delle Antille, le quali si stanno rivelando l’approdo migliore a cui si affidano elusori ed evasori del Fisco per i loro beni e risparmi, rendendo questi ultimi non riconoscibili e irrintracciabili. Il metodo più sfruttato consiste essenzialmente nell’apertura di un apposito trust per proteggere gli assets finanziari, diversamente da quanto accade per l’avvio di un conto corrente bancario, per cui è obbligatorio essere in possesso di un domicilio locale.

La proposta del trust mette a rischio tutti gli sforzi compiuti negli ultimi tempi, come quando le Isole Cayman hanno introdotto a sorpresa una tassa sugli hedge fund. La principale difesa che viene offerta contro la svalutazione dei paesi di appartenenza consiste in una società in cui è possibile far confluire i capitali e che viene solitamente gestita da un fiduciario. Quest’ultimo provvede poi a investire il tutto in dei fondi specifici, dai rischi variabili a seconda delle esigenze e con dei pagamenti da effettuare a cadenza periodica. Un ulteriore strumento che si associa al trust appena descritto è una carta di credito da sfruttare a piacimento.

Nemmeno la ipotetica patrimoniale di cui tanto si parla può far nulla contro questi accorgimenti, a patto che il denaro non provenga da operazioni criminali. Che cosa confluisce nella società? Oltre al denaro, come è normale che sia, si può ampliare il raggruppamento ai beni immobili, a quelli di lusso (come ad esempio gli yacht e gli aeromobili) e molto altro. Ecco perché non bisogna stupirsi più di tanto se in queste tre minuscole isole si trovano circa 80mila società, un numero che sembra spropositato, ma che è perfettamente spiegabile, tenuto conto che perfino nomi celebri come Citigroup ed Enron si affidano a soluzioni simili.