La tassa sui rifiuti diventa sempre più alta, e dal prossimo anno quando entrerà in scena il nuovo tributo (Tares) comporterà un incremento medio dei costi per il servizio urbano dei rifiuti del 290 per cento, per la ristorazione circa del 400 per cento e addirittura al 600 per cento per l’ortofrutta e le discoteche. A dichiararlo sono i dati pubblicati dalla Confcommercio.
Per esempio pescherie, negozi di fiori o pizzerie al taglio andranno a pagare 3.038,40 euro rispetto ai 401,35 dovuti nel 2012; discoteche e night club passeranno dai 558,90 a 4.433,91 euro; mentre edicole, farmacie e tabacchi passeranno da 103,50 a 192,20 euro. L’entrata in vigore del nuovo regime tariffario Res dal 1 gennaio 2013 comporterà, dunque, un aumento esponenziale delle tariffe sui rifiuti.
Il nuovo tributo comunale, Res, andrà a sostituire Tarsu, Tia1 e Tia2, e comprenderà la quota ambientale per lo smaltimento dei rifiuti e dalla quota servizi per la sicurezza, l’illuminazione e la gestione delle strade. La tassa graverà direttamente sul possessore dell’immobile e anche su chi occupa locali o aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti. Sono escluse dalla tassazione le aree scoperte pertinenziali o accessorie a civili abitazioni e le aree comuni condominiali di cui all’articolo 1117 del codice civile che non siano detenute o occupate in via esclusiva.
”Coefficienti arbitrari”, dichiara il presidente della Commissione ambiente ed energia di Confcommercio, Luigi Bianchi, “basati essenzialmente sui metri quadrati, e che portano i tributi dovuti a triplicarsi, mentre il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha chiesto di ”sospendere l’entrata in vigore del nuovo tributo almeno fino al primo gennaio 2014 e avviare un tavolo tecnico con le associazioni di categoria coinvolte per ridimensionare i criteri per l’individuazione del costo del servizio di gestione dei rifiuti, per la determinazione della tariffa e per la ripartizione tra quota fissa e variabile e tra componente domestica e non domestica”.
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