Imu per la Chiesa. La Commissione dell’Unione Europea ha dato il via libera al regolamento sull’abolizione dell’esenzione Imu per le attività di carattere non economico, giudicando nel contempo incompatibili le precedenti esenzioni Ici alle attività non commerciali della Chiesa.
Buone notizie dunque per l’Italia da Bruxelles , in quanto l’UE ha deciso di chiudere la procedura d’infrazione avviata sei anni fa contro l’Italia, rinunciare al recupero degli aiuti illegittimi già erogati ed infine dando il via libera al pagamento da parte degli enti non commerciali dell’imposta immobiliare. L’Imu alla Chiesa era già stato approvato dal Consiglio di Stato nel novembre di quest’anno, dopo una prima bocciatura del 27 settembre scorso.
L’Italia non dovrà però recuperare gli aiuti concessi tra il 2006 e il 2011, semplicemente perché sarebbe un’operazione impossibile. E’ «oggettivamente impossibile» stabilire quali parti degli immobili esentati fossero stati usati esclusivamente per attività non economiche e quindi «legittimamente» esenti.
Bruxelles sostiene che il precedente sistema italiano di esenzione Ici per le attività non commerciali (quindi rientrava anche la Chiesa) era incompatibile con le regole comunitarie sugli aiuti di Stato.
L’UE sostiene che l’Imu “non implica aiuti di stato dal momento che le esenzioni si applicheranno solo agli immobili dove sono condotte attività non economiche. Le entità no profit rivestono un importante ruolo sociale, che è riflesso dal regime italiano di imposizione fiscale sugli immobili, ma quando queste operano sullo stesso mercato degli attori commerciali dobbiamo essere sicuri che non beneficino di vantaggi non dovuti. E le nuove norme Imu, ha sottolineato Almunia, “assicurano che non è questo il caso».
Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova ha dichiarato che la decisione della Commissione “non e’ un privilegio particolare” ma ” un atto di giustizia e di equità'”
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