Le novità dell’approvata legge stabilità

La Camera ha definitivamente approvato la legge di stabilità, una legge che appare oramai molto diversa da quella presentata dall’ormai ex Governo Monti in data 16 Ottobre. I 560 commi dell’unico articolo hanno infatti un impatto finanziario sull’economia di oltre 32 miliardi di euro rispetto agli originari 15 miliardi di euro.

Attraverso emendamenti e sub emendamenti presentati dai Parlamentari adesso il carico fiscale previsto è molto mutato, ed alcune norme sono state largamente modificate, come quella sull’incremento dell’iva e la modifica delle aliquote irpef. All’interno della legge stabilità sono state inoltre inserite altre disposizioni che riguardano settori differenti, come ad esempio il decreto salva infrazioni (norme che mirano a introdurre nuove regole in modo tale da non incappare nelle previste sanzioni UE) ed il mille proroghe (proroghe di alcune disposizioni di legge).

Per quanto riguarda la manovra fiscale in luogo del taglio irpef annunciato all’inizio vi saranno maggiori detrazioni per i figli a carico, che passano da 850 a 900 euro. Per quanto riguarda l’iva, crescerà si un punto percentuale solo l’aliquota ordinaria, che passerà dal 21 al 22 per cento.

Modifiche anche alla Tobin tax, la nuova tassa sulle transazioni finanziarie. L’imposta avrà una aliquota dello 0,12 per cento per quanto riguarda i titoli scambiati nei mercati regolamentati ed una aliquota dello 0,22 per cento per i titoli dei mercati OTC. Per i derivati sarà applicata una imposta fissa che potrà arrivare al massimo a 200 euro. Prevista inoltre una sanatoria per i debiti inferiori ai 2 mila euro.

Per le imprese previste inoltre maggiore deduzioni per l’assunzione di lavoratori a tempo indeterminato. Le deduzioni salgono infatti a 7.500 euro e crescono sino a 13.500 euro se l’assunzione riguarda giovani sotto i 35 anni o donne. Per il sud le deduzioni sono di 15 mila euro e si innalzeranno a 21 mila euro qualora si riferiscano a giovani sotto i 25 anni o lavoratrici. Previsto inoltre un credito di ricerca per le piccole e medie imprese che affidano le ricerche all’Università.