Non è stato emanato il decreto del presidente del consiglio utile a determinare eventuali esuberi di personale nelle amministrazioni locali. La «spending review», il dl 95/2012, convertito in legge 135/2012, ha fissato criteri generali per individuare personale eccedente nella P.A. lasciando però agli enti locali piena autonomia in queste decisioni. Proprio in attesa della fine della spending review sono stati soppressi sinora 49 enti, (Arcus e la fondazione Valore Italia saranno soppressi nel 2014); in molti casi la soppressione ha riguardato enti con un notevole numero di competenze e addetti, come Monopoli di Stato ed Agenzia del Territorio. Complessivamente, i Ministeri vedranno ridotti i propri ranghi di 3236 dipendenti.
L’articolo 16, comma 8, della legge 135/2012 demanda al decreto del presidente del consiglio il compito stabilire la media nazionale del personale in servizio presso gli enti, considerando le unità di personale in servizio presso le società partecipate. E’ quindi il pubblico impiego a essere preso di mira dalla spending review, in quanto l’Italia si è dimostrato lo Stato degli sprechi ed il settore pubblico è il principale indagato.
Quindi, se un’ente risulta a un livello superiore del 20 per cento rispetto alla media non può effettuare assunzioni a qualsiasi titolo; se il livello è superiore del 40 per cento rispetto alla media, vengono applicate le misure di gestione delle situazioni di soprannumero di cui all’articolo 2, comma 11, e seguenti della legge 135/2012. I lavoratori interessati sono 7.576, dei quali 3.236 dipendenti dei Ministeri, gli altri enti interessati sono 21 centri di ricerca, 20 enti pubblici e 24 tra Parchi, Inps ed Enac.
Nulla di fatto dunque, e per la ridefinizione degli organici degli enti locali è in via di predisposizione il decreto che indichi l’indice di virtuosità di riferimento. La strada per l’emanazione è ancora lunga, dal momento che bisognerà mettere d’accordo Stato-città e autonomie locali.