Il governo del Guernsey, una delle isole presenti nel Canale della Manica, ha siglato un accordo molto importante con la Repubblica di Singapore per quel che riguarda gli scambi fiscali. Di cosa si tratta esattamente? L’intesa in questione avrà l’obiettivo di aiutare e sostenere le imprese e gli individui che si trovano nel minuscolo centro offshore e che hanno dei collegamenti con la città-stato asiatica, così da evitare la doppia tassazione, dunque il pagamento delle imposte in entrambi i luoghi. Si tratta del quindicesimo protocollo di questo tipo che l’esecutivo di Saint Peter Port conclude.
Come è stato reso noto da Fiona Le Poidevin, la quale amministra il Dipartimento locale delle Finanze, l’evento dimostra chiaramente come l’isola di dipendenza britannica voglia fare dei passi in avanti dal punto di vista tributario e della trasparenza. La stessa Le Poidevin ha voluto sottolineare un altro aspetto non certo secondario in tal senso. In effetti, la collaborazione sempre più stretta con un paese importante dal punto di vista economico come Singapore rappresenta uno sviluppo senz’altro positivo per il futuro dell’industria finanziaria di Guernsey. In effetti, potrebbe diventare concreta la possibilità di avere un potenziale per l’espansione dei servizi finanziari tra le due giurisdizioni.
Oltre ai quindici accordi ricordati in precedenza sulla doppia imposizione, se ne possono contare altri quaranta per quel che concerne gli scambi di informazioni fiscali, il più recente dei quali ha coinvolto il Brasile. Tra le altre nazioni che figurano nelle lunghe liste degli accordi, si possono ricordare le cooperazioni con Australia, Danimarca, Finlandia, Francia, Irlanda, Norvegia e Portogallo. Prima del 2009 e degli standard dell’Ocse, in questa isola vigeva un regime fiscale privilegiato, tipico da Black List, con numerosi limiti per quel che concerne i rapporti economici e commerciali che venivano posti in essere tra le aziende e i soggetti ubicati nel territorio. Ora, la strada intrapresa è notevolmente diversa.