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La Sardegna sta per diventare un nuovo paradiso fiscale?

 Anche la Sardegna sta per diventare una zona franca, vale a dire una regione in cui saranno introdotte diverse esenzioni in merito alle tasse e all’Imposta sul Valore Aggiunto (vedi anche Zone franche: ecco dove sono, anche in Italia). La delibera in questione risale allo scorso 7 febbraio, dunque è stata resa nota meno di un mese fa e ha avuto come obiettivo quello di attivare un regime doganale che sia esteso a tutto il territorio regionale, ma anche ad altre regioni del Mezzogiorno. Per rendere concreto tutto questo, comunque, è necessario che vi sia la preventiva approvazione da parte della Commissione e del Parlamento Europeo.

Come ha spiegato il governatore sardo Ugo Cappellacci, si tratta di una richiesta dalle motivazioni ben precise. In effetti, si tratterebbe di un provvedimento necessario e utile affinché la Sardegna non si spopoli, evitando allo stesso tempo che la sua posizione insulare sia determinante per limitarne lo sviluppo. Vi sono anche dei numeri e dei dati molto dettagliati che descrivono bene la crisi lavorativa, sociale ed economica dell’isola, con tutta la popolazione che è rimasta coinvolta.

Tra l’altro, bisogna anche ricordare che la trasformazione in zona franca esente da tasse e Iva si basa sul dettato del Trattato di Lisbona e su un decreto legislativo che risale al 1998, due testi che puntano ad eliminare qualsiasi tipo di divario tra le varie regioni che compongono l’Unione Europea. Il prossimo 24 giugno sarà l’ultimo giorno entro cui potrà essere attivata la delibera di cui si sta parlando: lo Stato italiano non può né modificare né rifiutare tale richiesta, visto che la Sardegna, come è noto, è una regione a statuto speciale. Si parla di questo fatto come della nascita di un vero e proprio “paradiso fiscale”, ma in realtà l’intento è quello di creare un regime che sia di favore per chi si impegna realmente in campo occupazionale.