Per chi nel nostro Paese punta ad intraprendere un’attività di lavoro autonomo, o imprenditoriale, una delle prime cose da fare è quella di richiedere l’attribuzione della partita IVA; la partita IVA, infatti, definisce univocamente il contribuente, sia esso persona fisica o società, e rimane invariata fino alla cessazione dell’attività. Nel dettaglio, la partita IVA si compone di undici caratteri numerici: i primi sette numeri identificano il contribuente mediante l’attribuzione di un numero progressivo; i successivi tre numeri individuano il codice identificativo dell’Ufficio delle Entrate, mentre l’ultimo numero funge da carattere di controllo. Per ottenere la partita IVA, così come fa presente l’Agenzia delle Entrate nell’Annuario del Contribuente 2009, occorre presentare il relativo modulo di domanda entro e non oltre il termine di trenta giorni dall’inizio dell’attività o della costituzione della nuova società.
Anche le persone fisiche o soggetti diversi, che non risiedono in Italia, ma che intendono identificarsi sul territorio dello Stato italiano, devono allo stesso modo presentare l’istanza di richiesta/attribuzione della partita IVA. Di norma, per quei soggetti diversi dalle persone fisiche, la partita IVA viene a coincidere con il codice fiscale, a meno che il soggetto, prima della dichiarazione di inizio attività, non sia già in possesso di un codice fiscale; per questo caso specifico, quindi, gli undici numeri univocamente attribuiti andranno ad assumere come unico valore quello della partita IVA.
Essendo la partita IVA ai fini fiscali una sequenza numerica che individua univocamente il contribuente, questa deve essere obbligatoriamente ed espressamente indicata sia nelle dichiarazioni, sia in qualsiasi altro documento dove viene richiesta, sia anche nella eventuale “home page” del sito Web dell’azienda o della persona fisica. Per l’attribuzione della partita IVA, che attesta l’avvio dell’attività, i contribuenti possono scaricare direttamente on line, gratuitamente, dal sito Internet dell’Agenzia delle Entrate, i modello modelli AA9/9 e AA7/9; il modello AA9/9 deve essere compilato a cura dei lavoratori autonomi e delle ditte individuali, mentre il modello AA7/9 deve essere compilato dagli enti, dalle associazioni e dalle società.
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Buongiorno, vorrei chiedere quando e se per chi realizza e vende esclusivamente proprie opere d’ingegno di carattere creativo diventa obbligatorio aprire la partita iva. La domanda sorge in quanto il decreto Bersani (D. Lgs. n.114/98) per le opere di ingegno creativo non trova applicazione. Mi hanno dato queste informazioni e vorrei avere conferma circa la loro attendibilità: Se il ricavato annuo dell’autore supera € 5.000,00 (per un singolo committente) è necessario aprire la partita IVA. Ci sono altri limiti o vincoli per i quali scatta comunque l’obbligo di apertura della partita iva? Trattandosi di opere di autore non vi è nemmeno obbligo di iscrizione alla gestione separata? La vendita di una propria opera di carattere creativo come e dove và dichiarata? Grazie