Tassa di riparazione anticipata: è questo il nome con cui è stata chiamata l’imposta ideata dal partito svizzero dei Verdi, una proposta utile per lo smaltimento e l’uso sostenibile degli apparecchi elettrici ed elettronici. L’obiettivo è presto detto, visto che si punta a evitare situazioni paradossali, come ad esempio l’acquisto di un nuovo smartphone e quello vecchio che diventa praticamente un contributo all’inquinamento. La durata di vita così breve di simili apparecchi non è certo un fatto positivo, visto che viene richiesta una massiccia dose di energia, più che nociva per l’ambiente.
Riusciranno gli ecologisti elvetici a ottenere una economia più verde per la Confederazione? I dati sono piuttosto eloquenti. In effetti, la parte posteriore e quella anteriore di un iPhone possono costare anche 558 franchi (456 euro per la precisione), quasi come il prezzo di uno smartphone nuovo di zecca, dunque non si possono tollerare simili spese. La tassa in questione, molto simile a quella di smaltimento che viene applicata in relazione agli apparecchi elettrici ed elettronici, potrebbe essere introdotta a breve, con un gettito tributario in grado di finanziare una serie importante di iniziative: ad esempio, si pensa a vere e proprie “cliniche” per gli strumenti di cui si sta parlando, senza dimenticare le varie offerte per la formazione.
Nelle idee dei promotori, il debutto del tributo avverrebbe con un importo iniziale identico a quello della tassa per il riciclaggio. In seguito, invece, si dovrebbero pensare nuove soluzioni, con una fiscalità che possa essere il più adeguata possibile per le officine di riparazione. In aggiunta, saranno privilegiati i noleggi piuttosto che le vendite, cercando di venire incontro alle esigenze informative dei consumatori; ultimo, ma non meno importante dettaglio è quello che riguarda la durata minima della garanzia, la quale è stata da poco aumentata fino a due anni, ma che, in misura progressiva, potrebbe arrivare addirittura a cinque anni.