Fra nove giorni esatti, il prossimo 17 giugno, vi sarà l’ultimo termine disponibile per diversi soggetti: nel dettaglio, si tratta dei locatori, dei proprietari e anche di coloro che sono titolari di diritti reali di godimento per quel che riguarda le unità immobiliari abitative locate. In pratica, volendo essere ancora più precisi, si sta parlando delle persone che hanno deciso di optare per il regime della cosiddetta cedolare secca (vedi anche Ancora dubbi sulla cedolare secca). La scadenza fiscale in questione è utile per porre in essere il pagamento, in un’unica soluzione oppure come prima rata, dell’imposta sostitutiva, a titolo di saldo per lo scorso anno e come primo acconto per il 2013.
Il tributo in questione ammonta al 40% del 95% del totale che è stato pagato proprio per lo scorso anno. Come si procede in tal senso? L’iter da seguire è presto detto. Il versamento deve essere perfezionato attraverso il modello F24 nel suo formato telematico. Nel caso in cui non si sia in possesso della partita Iva, allora si può presentare il documento appena citato presso gli istituti di credito, le agenzie delle Poste e i concessionari. Vi sono inoltre due codici tributo da usare.
Il primo è il codice 1840, vale a dire quello che identifica l’imposta sostitutiva dell’Irpef e le relative addizionali: in aggiunta, esso ricomprende anche le imposte di registro e quelle di bollo, quelle che gravano sul canone di locazione (immobili e pertinenze locate), per quel che concerne l’acconto della prima rata. Nel caso del saldo, invece, è necessario sfruttare il codice tributo 1842. Nonostante le ambizioni e i buoni propositi, il regime della cedolare secca si è però rivelato ben presto un flop: di recente, infatti, la Cgia di Mestre ha reso noto il fallimento di tale misura relativa agli affitti, con una perdita per le casse dello Stato che è stata quantificata in cinque miliardi di euro nell’ultimo biennio.