A partire dal prossimo 1 gennaio le sigarette elettroniche saranno equiparate a quelle tradizionali. Almeno dal punto di vista delle imposte che gravano sulla loro vendita. A partire dal prossimo anno, infatti, le sigarette elettriche saranno interessate da una tassa di consumo pari al 58,5%, la stessa applicata fino ad oggi alle più classiche bionde.
La tassa di consumo pari al 58,5% sarà applicata sia ai kit delle sigarette che a quelli delle ricariche e interesserà sia i prodotti contenenti nicotina che quelli contenenti solamente essenze.
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La decisione in merito alla tassazione delle sigarette elettroniche risale, in realtà, ad alcuni mesi fa, ma solo adesso torna di particolare attualità a causa dell’avvicinarsi della fine dell’anno e dei possibili effetti negativi che potrebbero coinvolgere l’intero settore dello “svapo”, così come è chiamato il fumo elettronico.
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E’ stata infatti la commissione Giustizia del Senato ad approvare nel mese di luglio scorso un emendamento al cosiddetto decreto legge svuota – carceri, attraverso il quale è stato possibile recuperare 35 milioni di euro da destinare alla polizia penitenziaria, in assenza della mancata riduzione del personale. Il decreto, infatti, prevede la destinazione delle risorse recuperate dalla tassazione delle sigarette elettroniche alle soluzione delle varie emergenze delle carceri italiane, soprattutto sotto il profilo delle risorse umane.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha quindi deciso che l’aumento della tasse sulle sigarette elettroniche sarebbe scattato con l’inizio del prossimo anno. Commercianti e consumatori, però, non hanno di certo preso di buon grado la notizia, che prevede l’equiparazione di due prodotti molto diversi tra loro.
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