Con il 2014 cambiano sia le modalità pensionistiche che le età di uomini e donne per uscire dal lavoro. Come fissato dalla Legge di Stabilità i cambiamenti riguardano l’adeguamento al costo della vita per le pensioni superiori a 1.486 euro lordi al mese, un ritorno che non supera i 2.973 euro lordi.
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Pochi aumenti soprattutto perché nel 2013 il tasso d’inflazione è stato basso. Ma la legge di stabilità ha voluto inserirli temendo che annullando la perequazione si andava incontro a una pronuncia di incostituzionalità. Con l’indicizzazione, è riapparso anche il contributo di solidarietà sulle cosiddette pensioni d’oro che sarà del 6-12% sugli importi superiori a 6.936 euro lordi al mese, ripresentato per pagare un sussidio a favore dei più poveri.
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In merito all’età di pensionamento, quella delle donne diventa sempre più lunga. Dal primo gennaio 2012 l’età delle donne è salita a 62 anni e nel 2014 arriverà a 63 anni e 9 mesi. Per le lavoratrici autonome va a 63 anni e mezzo.
Limite che nel 2014 salirà a 64 e 9 mesi. Se prima della riforma Fornero il trattamento di anzianità per chi non aveva un minimo di 40 anni di contributi poteva essere raggiunto componendo la quota 96, con età di almeno 60 anni (quota 97 e almeno a 61 anni per gli autonomi), la riforma ha cambiato radicalmente le cose, volendo già dal 2012, più di 42 anni (un anno in meno per le donne). Quindi se nel 2012 si partiva da 42 anni e 1 mese, nel 2013, con l’adeguamento alla speranza di vita, si doveva avere 42 anni e 5 mesi 2013, nel 2014 si passa a 42 anni e mezzo gli uomini e 41 e 6 mesi le donne.
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