Ancora nuovi cambiamenti su Tasi e Imu. Il governo vuole unire le due imposte in modo da semplificare per i contribuenti. Visto quanto accaduto per stabilire le aliquote, il governo, vuole tornare sui propri passi programmando per il prossimo anno un tributo che associ davvero Tasi e Imu (oggi distinte benché legate ed entrambe incluse con la Tari sui rifiuti nella Iuc, che significa appunto “imposta unica comunale”).
La riorganizzazione farà parte con molta plausibilità della legge di stabilità che il governo dovrà approvare per il 15 ottobre ed entrerebbe quindi in vigore il prossimo anno. La questione è delicata poiché il rischio di provocare danni è sicuramente alto dopo i pasticci del 2013. Sono due le idee ad oggi. La prima prevede un semplice accorpamento delle due imposte, che oggi sono versate con codici tributo diversi, in modo da semplificare per i cittadini e per gli stessi Comuni che devono deliberare. In questo contesto l’odierna aliquota massima complessiva stabilita per l’insieme degli immobili al 10,6 per mille (o meglio quest’anno all’11,4 tenendo conto proprio della maggiorazione dello 0,8 per mille) sarebbe il tetto del nuovo prelievo, naturalmente con libertà di manovra per le amministrazioni comunali.
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La seconda ipotesi è quella di seguire la strada tracciata dal governo guidato da Enrico Letta, cioè la creazione di una vera e propria service tax, che non dovrebbe essere pagata soltanto dai proprietari in quanto tali ma da chiunque in realtà utilizzi l’immobile e usufruisca quindi anche di servizi da parte dei Comuni.