«La vera rivoluzione è impedire l’evasione, non rincorrerla. Le stime dicono che ogni anno vengono sottratti al Fisco 120 miliardi di euro, e noi ne recuperiamo 12 o 13. Ma il vero problema è che ci sono quasi 600 miliardi di accertamenti relativi agli anni passati, affidati alla riscossione di Equitalia, che non si riusciranno mai ad incassare. Dovremmo smettere di inseguirli, e concentrarci sull’evasione che si crea ogni anno. Colmare il divario tra quei 120 miliardi e i 13 che incassiamo». Rossella Orlandi, 57 anni, è da poche settimane il nuovo direttore dell’Agenzia delle Entrate.
Il primo atto di indirizzo agli ispettori fiscali è stato quello di far partire le verifiche dal 2012, lasciando perdere il passato.
«I tempi di prescrizione dei reati fiscali sono stretti, e questo induce a concentrare gli accertamenti sulle annualità più vecchie, quelle sulle quali, dopo un certo tempo, non sarà possibile il recupero. Ma lavorare sul passato comporta dei rischi, compreso quello di chiedere soldi ad aziende che nel frattempo sono fallite. Servirebbero anche dei termini di prescrizione un po’ più lunghi»
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In merito al decreto attuativo della delega fiscale sulle semplificazioni dice che «Ci vuole attenzione. Negli appalti pubblici, soprattutto dove c’è un forte impiego di manodopera, ci sono dei meccanismi da tenere d’occhio. Quando le imprese offrono prezzi che non coprono neanche il costo del lavoro, qualcosa non va. Molte imprese aprono, prendono un appalto, incassano, fanno il lavoro, ma non pagano tasse e contributi, poi chiudono. ».
Infine «Io dico che l’azione dell’Agenzia deve essere proporzionale, e che questa proporzionalità deve basarsi sui dati reali, usando molta cautela nell’utilizzo delle presunzioni, che devono trovare riscontro nella reale situazione e capacità contributiva dei soggetti controllati».