Il Consiglio dei ministri ha varato in via definitiva il decreto legislativo concernente le semplificazioni fiscali, sulla base della legge delega per la riforma fiscale. Alcuni adempimenti sono stati limati al fine di alleggerire lievemente le questioni riguardanti imprese e professionisti. Su cosa verte il decreto? Gli interventi possono essere classificati in tre macroaree:
– Norme sulle società in perdita sistematica e norme sui compensi dei professionisti: si tratta di quegli interventi che riguardano il rapporto con il fisco;
– Regole sui rimborsi Iva, Opzioni per i regimi fiscali alternativi, Elenchi intrastat, Comunicazioni dei costi black list, Gestione delle lettere di intento;
– Dichiarazione dei redditi precompilata per i lavoratori dipendenti e per i lavoratori assimilati.
Sono tuttavia numerosi gli aspetti che il decreto legislativo non ha considerato. Tra queste menzioniamo la nuova Iri (l’imposizione sugli utili di imprese individuali e società di persone), la revisione della tassazione separata, la definizione dei requisiti per l’esclusione da Irap, la semplificazione delle regole per gli ammortamenti e per i costi parzialmente indeducibili, le modifiche alla tassazione delle operazioni frontaliere, la revisione della tassazione delle cessioni di azienda.
Inoltre, il decreto sulle semplificazioni fiscali non verte sulla riorganizzazione dei regimi contabili, che sono stati dirottati in altri provvedimenti, quali il disegno di legge per la stabilità.
Tra le cose positive, c’è da considerare la revisione del periodo di osservazione per le società in perdita sistematica: non è più necessario fare riferimento al triennio, bensì al quinquennio precedente. Ovviamente, sarà più facile individuare un periodo con un reddito positivo e superiore a quello minimo, quindi si ridurranno le ipotesi di società non operative, di interpelli da presentare, di accertamenti e di contenziosi.