Il peso del Fisco sugli immobili e sui loro valori è evidente. A rilevarlo è l’Osservatorio Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, il quale evidenzia l’ennesimo calo in confronto a due anni fa. Nel 2012, il mercato aveva già toccato i suoi minimi storici.
Le tasse continuano dunque a danneggiare l’immobiliare, in tutti i suoi aspetti, configurandosi come un enorme ostacolo per la sua rinascita. L’Omi non ne ha dubbi, e presenta i suoi dati aggiornati al primo semestre di quest’anno. Nello specifico, i dati riguardano i valori di mercato:
Da un confronto sui dati di due anni fa (secondo semestre 2012) quando già i valori immobiliari avevano toccato il fondo, emerge però un’ulteriore caduta, anche se un poco diversificata. La banca dati delle quotazioni immobiliari, che parte soprattutto dai rogiti, cioè da dati incontestabili visto l’obbligo di indicare nell’atto di compravendita il valore reale (a fino statistici, appunto) e quello fiscale (sul quale si pagano le imposte). E il calo dei prezzi, da quando la mazzata dell’Imu è stata assestata (fine 2011) si è sentito decisamente più di quanto ci si sarebbe dovuto aspettare dopo cinque anni di vacche magre.
Pertanto, se a Milano e a Bologna centro i valori hanno resistito maggiormente, nelle altre grandi città italiane si tratta di differenze a due cifre. Un’accelerazione al ribasso, rispetto alle tendenze precedenti o comunque attese per lo scorso biennio, che incute timore. In particolar modo perché dopo l’Imu è arrivata la Tassa sui servizi indivisibili, preceduta da Tares e Tari, e ora è in programma la tassa Unica o local tax. Tutte imposte che non fanno che alimentare il clima di ‘turbolenza’.